giovedì 29 maggio 2008

LE NUOVE CATENE DELLA PSICHIATRIA A 30 anni dalla riforma psichiatrica

VENERDI' 13 GIUGNO 2008 Polo Didattico Carmigiani- Piazza dei Cavalieri - PISA

mostra fotografica ex-manicomio di Volterra
allestimento materiale informativo sulla 180

ore 18
una critica antipsichiatrica alla legge 180
interverrà il collettivo antipsichiatrico A.Artaud-Pisa

la legge 180 e l' esperienza del telefono violetta
interverrà il collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh

prima e dopo il 1978 30 anni di legge 180
interverrà G.Antonucci

a seguire dibattito

ore 21 aperitivo e cena/buffet

ore 21:30

i dispositivi e i meccanismi manicomiali nelle istituzioni psichiatriche
interverrà N.Valentino

la psichiatria nelle carceri e la situazione degli O.P.G
interverrà S.Verde

a seguire dibattito

collettivo antipsichiatrico A.Artaud-Pisa
collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh

per info: 335 7002669
www.artudpisa.blogspot.com
www.artaudpisa.noblogs.org
www.violetta.noblogs.org

lunedì 26 maggio 2008

I MANICOMI PIU' GRANDI D' EUROPA...QUELLI DEL VATICANO

Filosofia apostolica della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza: "Il fine apostolico è la cura, l' assistenza, la riabilitazione, la risocializzazione, la difesa e la sorveglianza delle persone nelle quali, per una polivalente patologia, è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, secondo il mandato del fondatore e l' insegnamento di Gesù, che in ogni sorta di bisogni, comandò di vedere la sua Persona"

Il 10 agosto 1922 il sacerdote Pasquale Uva (1883-1955) fonda la Congregazione Religiosa della Divina Provvidenza, riconosciuta dallo stato italiano come persona giuridica, con decreto presidenziale 231 del 11-10-1946 e con il decreto 184 del 1946.
Nello stesso anno, grazie a una cospicua somma di denaro concessa l' anno prima dal papa Benedetto xv, nasce la Casa della Divina Provvidenza e con l' aiuto delle catechiste da lui formate, adibisce tre stanze dell' edificio sito al fianco della sagrestia della chiesa di S.Agostino (di Bisceglie), al ricovero di "epilettici, storpi" (Don Uva li definiva con tali termini).
Nel 1933 la Casa si trasforma ufficialmente in Ospedale Psichiatrico di Bisceglie e inizia a ricevere i così detti, a loro dire, "infermi di mente".

Son ben 350 i letti presenti nella struttura nell' anno '35 e dopo solo cinque anni si sommarono altri due padiglioni, costituendo una vera e propria "città nelle città".

L' esperienza condotta dal sacerdote, viene ripresa a Foggia nel '45, Potenza nel '55,Guidonia nell '55, Palestina, Paranà e Buenos Aires (Argentina) tra '86-'90 e Vina del Mar in Cile nel 2002.
Attualmente le strutture psichiatriche "Don Uva" ad eccezzione di Guidonia, sono "ben" funzionanti...

Dietro le mura della "Residenza Don Uva", sono presenti unità alzheimer, centri di riabilitazione per problemi cardiologici, respiratori, neurologici, ortofrenici, residenze sanitarie assistite (R.S.A) per anziani, per disabili, e dal 24-2-2007 a Bisceglie è attivo un centro per malati terminali di cancro.

L' ospedale nella città di Bisceglie occupa una superficie di 190 mq con volume complessivo dei fabbricati di mc 553.000 per circa 1500 posti letto.
Cifre maggiori per l' ospedale di Potenza con 93300 mq con volume comlessivo di mc 229.100 per 514 posti letto.
Nel caso di Foggia viene registrata la presenza di ben 740 posti letto in edifici che occupano 214.000 mq, con volume complessivo di fabbricati di mc 225.000.

Questi dati documentati dimostrano le dimensioni dei più grandi manicomi d' Europa, dove quotidianamente , con gran professionalità psichiatrica, si violentano psicologicamente e fisicamente circa duemila, secondo la loro dottrina psichiatrica..."malati mentali".
Non si tratta di tre ospedali psichiatrici giudiziari-manicomi criminali (O.P.G), come molti pensano tutt' ora, ma niente meno che le confortevoli e accoglienti, ma soprattutto terapeutiche, Residenze Don Uva di Bisceglie, Foggia e Potenza.

Le "cure" perpetuate a chi ha osato disturbare la tranquillità sociale di qualche moralista, vicino di casa, collega di lavoro, passante, famigliare, figura istituzionale, sono sempre più operative grazie alla degradante indifferenza e irresponsabilità sociale e al scenografico riformismo psichiatrico, solo preoccupato ad abbellire vecchi e nuovi manicomi, sostituendo scoccanti inferiate con vetri antisfondamento ben trasparenti, camicie di forza con depersonalizzanti psicofarmaci e colloqui psico-terapeutici troppo spesso manipolatori, forvianti e ben funzionali al cambiamento della personalità del soggetto, considerato a priori in stato sofferente, solo pronto ad essere normalizzato e reinserito all' interno del "suo" ruolo socio- funzionale, sempre più spesso dettato da chi lo circonda e non dall' individuo stesso.

Le vittime della normalizzazione-omologazione psichiatrica/sociale sono seguite, se non perseguite, direttamente dall' ente gestore di questo sacrosanto e benevole servizio psichiatrico ovverosia dallo stato della Chiesa. Sappiamo bene che per salvare le "anime perdute" il Vaticano è disposto a tutto pur di continuare la sua missione caritatevole, ancor più quando è affiancato dallo stato che interviene attivamente nella guerra contro i devianti sociali che potrebbero mettere in discussione con i loro comportamenti, ma anche solo con i propri pensieri, l' ordine sociale costituito.
Lo stato finanzia con i soldi dei ben informati contribuenti...le strutture "Don Uva".La Regione Basilicata e la Regione Puglia finanziano quotidianamente per ogni paziente che si trova a scontare una perpetua condanna dettata da disabilitanti e depersonalizzanti diagnosi psichiatriche pseudo scientifiche, ben 105 euro!.

Cosa ci stupiamo, sapendo che casualmente a gestire le indennità pensionistiche dei "pazienti" (ammontano solo a 15 milioni di euro!) sono una stretta di dirigenti dei tre manicomi "Don Uva" ? E che dire della ventina di società finanziarie immobiliari che guadagnano grazie all' are Don Uva ? (in primis: Financial Trust e Abacus srl).
Evidenziando il gran business, asse portante delle strutture, si prende atto dell' importanza che si dedica alla "qualità" dell' intervento pseudo curativo psichiatrico.

La violenza psicologica non è mai problematica difficile da occultare, ma presentare all' opinione pubblica cibo avariato, carenze igieniche, maltrattamenti fisici e non leggete male...10 MORTI, è altro caso, molto più arduo per essere trasformato in atto terapeutico o ridimensionato in "caso isolato"

Parola ai a fatti: Maria partorisce spontaneamente legata al letto di contenzione. Augusto Bonucci, agosto 2006, dopo undici giorni di "assidue ricerche", viene trovato nella vasca da bagno deceduto per emorragia cerebrale (inchiesta attualmente in corso che coinvolge 38 persone).

Nel 2007 sono stati assolti dalla Corte d' Assisi di Trapani, quattro infermieri accusati della morte per soffocamento di Franceso Amenduni. Accusato e condannato un medico per falso ideologico e favoreggiamento. 26 maggio 2006 muore Renato Sciortino (rinchiuso dal 1963, come tanti altri...) ritrovato sulla spiaggia, alle spalle del manicomio (inchiesta ancora aperta).
Nel 2005 muore per soffocamento causato da un panino un sessantanovenne. Altri due episodi di violenze (noti...) vanno aggiunti alla macraba lista: nel novembre 2004 un giovane recluso viene imbavagliato e legato al letto a dorso nudo a un termosifone acceso. La caposala Pasqua Sette ha già patteggiato la pena a sei mesi di reclusione. Il 28 febbraio 2007 si è aperto il processo per tre suoi colleghi, ancora oggi in servizio e infine, ma purtroppo probabilmente solo per ora, il 13 dicembre 2007 un sessantasettenne muore per soffocamento. La Corte di Trani sta indagando. Accuse di negligenza sono rivolte al personale sanitario (senza nessuna giustificazione, ma personale che viene spesso diminuito dalla logica economica di gestione delle strutture). L' inchiesta di Trani è fra le sette attualmente aperte, dove viena accusato personale appartenente ad ogni livello: dall' infermiere ai direttori sanitari (Antonio Raggio).

Ma non ci hanno sempre gridato a gran voce che i manicomi, con la legge 180 del'78 sono stati chiusi ?. Secondo i risultati "Progress" dell' Istituto Superiore della Sanità, sono misteriosamente scomparsi 50 mila "pazienti psichiatrici", dismessi dai vecchi manicomi. Certamente bussare alla porta dei 14 mila micro manicomi (case famiglia, comunità residenziali, O.P.G, centri per disabili, alloggi protetti, strutture psichiatriche di diagnosi e cura-S.P.D.C...) spesso nati all' interno dei vecchi manicomi, porta indubbiamente ottimi risultati...

"La libertà è terapeutica!" slogan del movimento psichiatrico riformista degli anni '70 che si prefiggeva la deistituzionalizzazione della psichiatria italiana.
Ancora oggi l' ala della psichiatria, che si proclama sociale, alternativa, ancora una volta democratica, si ricorda sporadicamente della mancata, ma in effetti mai voluta, decoercizzazione psichiatrica.

Sosteniamo senza dogmi e interessi di nessun tipo, che sostituire l' incarcerazione nei vecchi manicomi con una democratica incarcerazione, sempre per il bene del paziente, all' interno dei neomanicomi (primi fra tutti si evidenziano l' S.P.D.C e i reparti ospedalieri di neuropsichiatria infantile, dove troppo spesso vengono contenuti fisicamente minorenni, ovviamente senza considerare O.P.G e i Don Uva) sia vergognosa e a dir poco raccapricciante.

La persuasione che spesso si manifesta in una seduta psicoterapeutica (l' approccio discorsivo può essere più manipolatorio e dannoso di un psicofarmaco-droga), l' accertamento sanitario obbligatorio (A.S.O), il trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O), i così detti "progetti socio-riabilitativi" attuati all' interno e all' esterno di strutture psichiatriche ambulatoriali, diurne o residenziali, la forma giuridica-psichiatrica dell' "interdizione per incapacità di intendere e volere", li riteniamo nocive alla dignità e alla autodeterminazione dell' essere che in qualsiasi condizione esistenziale si trovi, ha il diritto di poter essere ascoltato e se vuole, di incontrare canali comunicativi con la sociètà con la quale l' individuo spesso si scontra con una tolleranza repressiva. Non neghiamo che spesso la sofferenza esista, ma a priori non possiamo definirla tale e porsi all' interlocutore (il primo dovrebbe essere il nostro io) senza porci, in maniera approfondita e non perbenista, interrogativi sulle motivazioni sociali (e non mediche) che hanno scaturito il disagio esistenziale e non la fantomatica, sterile e inesistente "malattia mentale", solo funzionale a occultare i fenomeni individuali e sociali. Il "malato mentale", da quando la psichiatria ha inventato tale "definizione" nella quale qualsiasi umano può rientrare nei parametri indefiniti utilizzati dagli psichiatri per essere rinchiusi e violentati da tale diagnosi psichiatrica, è la spina nel fianco di cui il corpo sociale, vuole sbarazzarsene per mezzo della "cura, assistenza, riabilitazione, risocializzazione, difesa e sorveglianza", metodologie di controllo funzionali a emarginare e screditare già dai tempi della nascita della Congregazione della Divina Provvidenza. Purtroppo tali strategie vengono messe in atto non solo in ambito psichiatrico, ma dovunque ALTRE VOCI possono impaurire e destabilizzare il potere.

Il vero mandante di tutto questo ? Non ci stancheremo mai di dirlo: la società !.