tag:blogger.com,1999:blog-52864364913896104392024-03-08T08:43:13.512-08:00COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO - Bergamoantipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-40913525657430297372009-12-07T13:29:00.000-08:002009-12-07T13:36:44.292-08:00<span style="font-weight:bold;">LA DEMOCRAZIA UCCIDE</span><br /><br />Il 22 ottobre 2009 muore all’ospedale Pertini di Roma il trentunenne Stefano Cucchi dopo alcuni giorni di detenzione nel carcere di Regina Coeli.<br />Le più alte cariche dello stato, come era lecito aspettarsi, hanno immediatamente preso le difese dei propri sottoposti. Il ministro “delle bugie” Alfano parla addirittura di “caduta accidentale dalle scale”, mentre il ministro Giovanardi diagnostica una morte provocata da anoressia, droga e crisi epilettiche. <br />In questa sede, lungi dal sostenere la teoria delle “mele marce” o quella della democrazia imperfetta, mi sembra quanto mai opportuno recuperare le storie di queste persone e gli episodi che li hanno portati di fronte alla morte per mano delle istituzioni democratiche, dal momento che il problema centrale resta lo stato, sia esso totalitario o democratico.<br />Perché la democrazia uccide. Fuori dai propri confini attraverso il militarismo, la cui violenza “umanitaria” si esercita nei confronti del nemico integralista, e all’interno dei propri confini attraverso la carcerazione, la psichiatrizzazione e la medicalizzazione, che ha lo scopo di prendere in carico la vita di persone che mettono in crisi l’ordine dello status quo. <br />Prima di arrivare a ciò, credo sia importante ripartire da una riflessione illuminante che Michel Foucault fece su carceri, psichiatria, medicina e discorsi scientifici. Il filosofo francese parla a tal proposito di “microfisica del potere”. Secondo i suoi studi lo stato, nella sua accezione moderna, non si regge solo ed esclusivamente su istituzioni repressive, in virtù delle quali si rifrangerebbe sul corpo sociale l’esercizio della forza tramite la polizia; ma anche e soprattutto grazie a quelle istituzioni “neutre”, le quali grazie alla “benedizione” della comunità scientifica contribuiscono a definire e costruire culturalmente una moltitudine di esclusi divisi per categorie, sulle quali lo stato scatena tutta la propria violenza in tutte le sue diverse e complesse forme. Da qui il mito del criminale, del malato mentale ecc… <br />Il caso di Stefano purtroppo non è un caso isolato. Cosa dicono oggi i nomi di Marco Ciuffredda, Giuseppe Ales, Alberto Mercuriali, Roberto Pregnolato, Stefano Frapporti, Aldo Branzino? Sono persone morte in carcere in circostanze non chiare o suicidatesi per reazione all’arresto legato alla detenzione di pochi grammi di stupefacenti. Oppure la vicenda di Federico Aldrovandi, diciottenne ucciso da 4 poliziotti a Ferrara dopo una serata trascorsa con gli amici a Bologna e infine Marcellino Lonzi e i tanti immigrati clandestini per i quali, fuori da ogni tutela dello stato di diritto, diventa più facile insabbiare il loro omicidio. Uno fra tanti la vicenda della morte di Emmanuel Ajoku Benedict il 23 ottobre 2009 nel padovano, durante la quale perse la vita nel corso di una ignota perquisizione da parte di due agenti di pubblica sicurezza. La versione data della polizia non concorderebbe con quella riportata da alcuni parenti e amici, i quali hanno chiesto alle autorità competenti di occuparsene direttamente. <br />Accanto a queste morti violente ve ne sono altre ugualmente violente, ma a danno di persone a cui lo stato dovrebbe prestare delle cure mediche. Ma questo è solo un alibi, dal momento che il giudizio psichiatrico sui comportamenti è puramente di natura morale e le tecniche utilizzate di natura violenta e liberticida.<br />Il 22 giugno 2006, esattamente una settimana dopo l’ospedalizzazione, muore nell’SPDC (servizio psichiatrico di diagnosi e cura) dell’ospedale di Cagliari Giuseppe Casu, sessantenne reo di aver commercializzato la propria verdura senza licenza presso il mercato del suo paese. Per 7 giorni Giuseppe viene legato al letto di contenzione e gli viene applicato un TSO, finché gli infermieri non rilevano la sua morte a causa di tromboembolia dell’arteria polmonare. Il 4 agosto 2009 nel reparto psichiatrico dell’ospedale S. Luca di Vallo della Lucania viene assassinato il compagno Francesco Mastrogiovanni, perché come qualcuno ha già scritto “se non c’è la finestra di una questura a disposizione, per uccidere un uomo libero, va bene anche il letto di contenzione di un ospedale psichiatrico”.<br />Come collettivo antipsichiatrico nonché come osservatorio contro gli usi e gli abusi della psichiatria da anni raccogliamo testimonianze di persone la cui vita, per i più svariati motivi, è saldamente controllata dal potere psichiatrico. Per tutti coloro che si sono avvicinati a noi è chiara la consapevolezza che appena si fa viva la psichiatria nella vita di una persona la propria storia diventa autobiografia clinica e la propria intenzionalità malattia. Nella nostra società la razionalità è sinonimo di produttività, tale termine è fondato sulla scissione tra ragione e follia, dove quest’ultima appare come priva di efficienza produttiva. Da qui l’esigenza non di punire ma di correggere quei comportamenti non funzionali ad un sistema produttivo che necessita di schiavi disciplinati o suscettibili ad autodisciplinarsi. Il primo passo è la burocratizzazione delle vite di questi sfortunati individui, gli effetti sono la privazione della loro libertà e ovviamente la loro deresponsabilizzazione. La psichiatria è il governo di un umanità eccedente che per una ragione o per l’altra è esclusa o si autoesclude dal processo produttivo. L’esigenza di internare gli individui nei vari servizi territoriali unitamente alla loro amministrazione attraverso gli psicofarmaci che rendono docile la loro mente e il loro corpo muove direttamente da un’economia interna ad ogni istituzione che impone di non essere incrinata. Tutto questo non ha niente a che vedere con un’azione di cura. <br />Per chi finisce nelle maglie della psichiatria la pena non ha mai fine e lo stigma rimane marchiato a fuoco per tutta la vita. Le vie d’entrata possono essere differenti: isolamento, situazione di particolare vulnerabilità, oppure l’intervento può essere sollecitato dal proprio circuito di relazioni, dalla famiglia o da un’altra istituzione. L’epilogo è tristemente noto: servizi territoriali, comunità terapeutiche, strutture intermedie residenziali ecc…in vista di quella situazione che gli psichiatri definiscono di cronicizzazione della malattia. <br />La psichiatria si presenta puntualmente nella vita di individui, o che partono da una situazione di svantaggio tale da giungere alla totale dipendenza dalle istituzioni medico-assistenziali (peraltro senza la consapevolezza di avere dei diritti). Oppure persone che si pongono semplicemente in conflitto con la morale stabilita, amministrandoli e, in alcuni casi, giungendo persino ad eliminarli. E il tutto fatto molto democraticamente. <br />In questa cornice securitaria, la morte di Mastrogiovanni non può essere certo casuale.antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-89235161457008278462008-07-28T14:07:00.000-07:002008-07-28T14:39:07.844-07:00UN MESSAGGIO DI SPERANZA AI SOPRAVISSUTI DELLA PSICHIATRIASe potete pubblicare sul sito antipsichiatrico il mio messaggio alle persone che ancora sono dentro a questo orribile tunnel...<br />un metodo per sfuggire c' è...<br />sembra ridicolo ma io racconto la mia storia personale.<br /><br />Mi sono dovuta nascondere per anni, scappando da una città all' altra, pur di non essere braccata dalle siringhe e dalle pillole misteriose dei medici<br /><br />mi sono inprovvisata un giorno barista, un mese impiegata, un altro anno commessa..<br />ho chiuso i contatti anche con i miei famigliari,perchè i parenti purtroppo sono la prima scorciatoia che i medici usano per farti rientrare dentro il circolo vizioso, giocando sull' ignoranza e sul posto appunto che conservano di lavoro, basta una semplice telefonata a casa tua da uno di questi mercenari, anche mentre tu sei a comperarti in quel momento un cd o fare la spesa, che ti ritrovi negli abissi degli psicofarmaci.<br /><br />rischiare è l' unica cosa, ma è un rischio che ne vale la pena...se si smettono i farmaci di colpo, non abbiate timore...<br />non c' è tortura peggiore che una convulsione da farmaco ogni 10 giorni e bava alla bocca.<br />piuttosto che alzarsi alla notte e sognare ancora questi vampiri che ti tengono con la forza per infilarti aghi nelle braccia...<br /><br />non è importante se nessuno sa dove siete, no lo sapevano comunque nemmeno prima...<br /><br />qua fuori non siamo soli, in verità ci sono tanti di quei sopravvisuti che girano che nemmeno lo possiamo immaginare, ma questo non importa, la cosa che importa è che più lottiamo per combattere la psichiatria più lei<br />vince...<br /><br />il buio l' abbiamo già visto per tanti anni, non resta che ritrovare la luce...<br /><br />qualunque cosa vi inventate, andrà sicuramente bene, perchè lontano dagli psichiatri tutto torna profumare di muschio bianco.<br /><br />Abbiamo ricevuto e volentieri abbiamo pubblicato anche sul nostro sito questo messaggio di una persona che è riuscita a uscire dalla morsa della psichiatria...<br />Abbiamo deciso di rendere pubblica questa lettera con l' intento di mettere in luce i veri meccanismi con cui, in pratica, opera la psichiatria e nella speranza che sempre più persone trovino il coraggio di denunciare gli abusi subiti.antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-76441406855238665012008-05-29T03:45:00.000-07:002008-05-29T04:01:36.110-07:00LE NUOVE CATENE DELLA PSICHIATRIA A 30 anni dalla riforma psichiatricaVENERDI' 13 GIUGNO 2008 Polo Didattico Carmigiani- Piazza dei Cavalieri - PISA<br /><br />mostra fotografica ex-manicomio di Volterra<br />allestimento materiale informativo sulla 180<br /><br />ore 18<br />una critica antipsichiatrica alla legge 180<br />interverrà il collettivo antipsichiatrico A.Artaud-Pisa<br /><br />la legge 180 e l' esperienza del telefono violetta<br />interverrà il collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh<br /><br />prima e dopo il 1978 30 anni di legge 180<br />interverrà G.Antonucci<br /><br />a seguire dibattito<br /><br />ore 21 aperitivo e cena/buffet<br /><br />ore 21:30<br /><br />i dispositivi e i meccanismi manicomiali nelle istituzioni psichiatriche<br />interverrà N.Valentino<br /><br />la psichiatria nelle carceri e la situazione degli O.P.G <br />interverrà S.Verde<br /><br />a seguire dibattito<br /><br />collettivo antipsichiatrico A.Artaud-Pisa<br />collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh<br /><br />per info: 335 7002669<br />www.artudpisa.blogspot.com<br />www.artaudpisa.noblogs.org<br />www.violetta.noblogs.organtipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-31069268303835292432008-05-26T23:58:00.000-07:002008-05-29T04:29:48.605-07:00I MANICOMI PIU' GRANDI D' EUROPA...QUELLI DEL VATICANOFilosofia apostolica della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza: "Il fine apostolico è la cura, l' assistenza, la riabilitazione, la risocializzazione, la difesa e la sorveglianza delle persone nelle quali, per una polivalente patologia, è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, secondo il mandato del fondatore e l' insegnamento di Gesù, che in ogni sorta di bisogni, comandò di vedere la sua Persona"<br /><br />Il 10 agosto 1922 il sacerdote Pasquale Uva (1883-1955) fonda la Congregazione Religiosa della Divina Provvidenza, riconosciuta dallo stato italiano come persona giuridica, con decreto presidenziale 231 del 11-10-1946 e con il decreto 184 del 1946.<br />Nello stesso anno, grazie a una cospicua somma di denaro concessa l' anno prima dal papa Benedetto xv, nasce la Casa della Divina Provvidenza e con l' aiuto delle catechiste da lui formate, adibisce tre stanze dell' edificio sito al fianco della sagrestia della chiesa di S.Agostino (di Bisceglie), al ricovero di "epilettici, storpi" (Don Uva li definiva con tali termini).<br />Nel 1933 la Casa si trasforma ufficialmente in Ospedale Psichiatrico di Bisceglie e inizia a ricevere i così detti, a loro dire, "infermi di mente".<br /><br />Son ben 350 i letti presenti nella struttura nell' anno '35 e dopo solo cinque anni si sommarono altri due padiglioni, costituendo una vera e propria "città nelle città".<br /><br />L' esperienza condotta dal sacerdote, viene ripresa a Foggia nel '45, Potenza nel '55,Guidonia nell '55, Palestina, Paranà e Buenos Aires (Argentina) tra '86-'90 e Vina del Mar in Cile nel 2002.<br />Attualmente le strutture psichiatriche "Don Uva" ad eccezzione di Guidonia, sono "ben" funzionanti...<br /><br />Dietro le mura della "Residenza Don Uva", sono presenti unità alzheimer, centri di riabilitazione per problemi cardiologici, respiratori, neurologici, ortofrenici, residenze sanitarie assistite (R.S.A) per anziani, per disabili, e dal 24-2-2007 a Bisceglie è attivo un centro per malati terminali di cancro.<br /><br />L' ospedale nella città di Bisceglie occupa una superficie di 190 mq con volume complessivo dei fabbricati di mc 553.000 per circa 1500 posti letto.<br />Cifre maggiori per l' ospedale di Potenza con 93300 mq con volume comlessivo di mc 229.100 per 514 posti letto.<br />Nel caso di Foggia viene registrata la presenza di ben 740 posti letto in edifici che occupano 214.000 mq, con volume complessivo di fabbricati di mc 225.000.<br /><br />Questi dati documentati dimostrano le dimensioni dei più grandi manicomi d' Europa, dove quotidianamente , con gran professionalità psichiatrica, si violentano psicologicamente e fisicamente circa duemila, secondo la loro dottrina psichiatrica..."malati mentali".<br />Non si tratta di tre ospedali psichiatrici giudiziari-manicomi criminali (O.P.G), come molti pensano tutt' ora, ma niente meno che le confortevoli e accoglienti, ma soprattutto terapeutiche, Residenze Don Uva di Bisceglie, Foggia e Potenza.<br /><br />Le "cure" perpetuate a chi ha osato disturbare la tranquillità sociale di qualche moralista, vicino di casa, collega di lavoro, passante, famigliare, figura istituzionale, sono sempre più operative grazie alla degradante indifferenza e irresponsabilità sociale e al scenografico riformismo psichiatrico, solo preoccupato ad abbellire vecchi e nuovi manicomi, sostituendo scoccanti inferiate con vetri antisfondamento ben trasparenti, camicie di forza con depersonalizzanti psicofarmaci e colloqui psico-terapeutici troppo spesso manipolatori, forvianti e ben funzionali al cambiamento della personalità del soggetto, considerato a priori in stato sofferente, solo pronto ad essere normalizzato e reinserito all' interno del "suo" ruolo socio- funzionale, sempre più spesso dettato da chi lo circonda e non dall' individuo stesso.<br /><br />Le vittime della normalizzazione-omologazione psichiatrica/sociale sono seguite, se non perseguite, direttamente dall' ente gestore di questo sacrosanto e benevole servizio psichiatrico ovverosia dallo stato della Chiesa. Sappiamo bene che per salvare le "anime perdute" il Vaticano è disposto a tutto pur di continuare la sua missione caritatevole, ancor più quando è affiancato dallo stato che interviene attivamente nella guerra contro i devianti sociali che potrebbero mettere in discussione con i loro comportamenti, ma anche solo con i propri pensieri, l' ordine sociale costituito.<br />Lo stato finanzia con i soldi dei ben informati contribuenti...le strutture "Don Uva".La Regione Basilicata e la Regione Puglia finanziano quotidianamente per ogni paziente che si trova a scontare una perpetua condanna dettata da disabilitanti e depersonalizzanti diagnosi psichiatriche pseudo scientifiche, ben 105 euro!.<br /><br />Cosa ci stupiamo, sapendo che casualmente a gestire le indennità pensionistiche dei "pazienti" (ammontano solo a 15 milioni di euro!) sono una stretta di dirigenti dei tre manicomi "Don Uva" ? E che dire della ventina di società finanziarie immobiliari che guadagnano grazie all' are Don Uva ? (in primis: Financial Trust e Abacus srl).<br />Evidenziando il gran business, asse portante delle strutture, si prende atto dell' importanza che si dedica alla "qualità" dell' intervento pseudo curativo psichiatrico.<br /><br />La violenza psicologica non è mai problematica difficile da occultare, ma presentare all' opinione pubblica cibo avariato, carenze igieniche, maltrattamenti fisici e non leggete male...10 MORTI, è altro caso, molto più arduo per essere trasformato in atto terapeutico o ridimensionato in "caso isolato"<br /><br />Parola ai a fatti: Maria partorisce spontaneamente legata al letto di contenzione. Augusto Bonucci, agosto 2006, dopo undici giorni di "assidue ricerche", viene trovato nella vasca da bagno deceduto per emorragia cerebrale (inchiesta attualmente in corso che coinvolge 38 persone).<br /><br />Nel 2007 sono stati assolti dalla Corte d' Assisi di Trapani, quattro infermieri accusati della morte per soffocamento di Franceso Amenduni. Accusato e condannato un medico per falso ideologico e favoreggiamento. 26 maggio 2006 muore Renato Sciortino (rinchiuso dal 1963, come tanti altri...) ritrovato sulla spiaggia, alle spalle del manicomio (inchiesta ancora aperta).<br />Nel 2005 muore per soffocamento causato da un panino un sessantanovenne. Altri due episodi di violenze (noti...) vanno aggiunti alla macraba lista: nel novembre 2004 un giovane recluso viene imbavagliato e legato al letto a dorso nudo a un termosifone acceso. La caposala Pasqua Sette ha già patteggiato la pena a sei mesi di reclusione. Il 28 febbraio 2007 si è aperto il processo per tre suoi colleghi, ancora oggi in servizio e infine, ma purtroppo probabilmente solo per ora, il 13 dicembre 2007 un sessantasettenne muore per soffocamento. La Corte di Trani sta indagando. Accuse di negligenza sono rivolte al personale sanitario (senza nessuna giustificazione, ma personale che viene spesso diminuito dalla logica economica di gestione delle strutture). L' inchiesta di Trani è fra le sette attualmente aperte, dove viena accusato personale appartenente ad ogni livello: dall' infermiere ai direttori sanitari (Antonio Raggio).<br /><br />Ma non ci hanno sempre gridato a gran voce che i manicomi, con la legge 180 del'78 sono stati chiusi ?. Secondo i risultati "Progress" dell' Istituto Superiore della Sanità, sono misteriosamente scomparsi 50 mila "pazienti psichiatrici", dismessi dai vecchi manicomi. Certamente bussare alla porta dei 14 mila micro manicomi (case famiglia, comunità residenziali, O.P.G, centri per disabili, alloggi protetti, strutture psichiatriche di diagnosi e cura-S.P.D.C...) spesso nati all' interno dei vecchi manicomi, porta indubbiamente ottimi risultati...<br /><br />"La libertà è terapeutica!" slogan del movimento psichiatrico riformista degli anni '70 che si prefiggeva la deistituzionalizzazione della psichiatria italiana.<br />Ancora oggi l' ala della psichiatria, che si proclama sociale, alternativa, ancora una volta democratica, si ricorda sporadicamente della mancata, ma in effetti mai voluta, decoercizzazione psichiatrica.<br /><br />Sosteniamo senza dogmi e interessi di nessun tipo, che sostituire l' incarcerazione nei vecchi manicomi con una democratica incarcerazione, sempre per il bene del paziente, all' interno dei neomanicomi (primi fra tutti si evidenziano l' S.P.D.C e i reparti ospedalieri di neuropsichiatria infantile, dove troppo spesso vengono contenuti fisicamente minorenni, ovviamente senza considerare O.P.G e i Don Uva) sia vergognosa e a dir poco raccapricciante.<br /><br />La persuasione che spesso si manifesta in una seduta psicoterapeutica (l' approccio discorsivo può essere più manipolatorio e dannoso di un psicofarmaco-droga), l' accertamento sanitario obbligatorio (A.S.O), il trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O), i così detti "progetti socio-riabilitativi" attuati all' interno e all' esterno di strutture psichiatriche ambulatoriali, diurne o residenziali, la forma giuridica-psichiatrica dell' "interdizione per incapacità di intendere e volere", li riteniamo nocive alla dignità e alla autodeterminazione dell' essere che in qualsiasi condizione esistenziale si trovi, ha il diritto di poter essere ascoltato e se vuole, di incontrare canali comunicativi con la sociètà con la quale l' individuo spesso si scontra con una tolleranza repressiva. Non neghiamo che spesso la sofferenza esista, ma a priori non possiamo definirla tale e porsi all' interlocutore (il primo dovrebbe essere il nostro io) senza porci, in maniera approfondita e non perbenista, interrogativi sulle motivazioni sociali (e non mediche) che hanno scaturito il disagio esistenziale e non la fantomatica, sterile e inesistente "malattia mentale", solo funzionale a occultare i fenomeni individuali e sociali. Il "malato mentale", da quando la psichiatria ha inventato tale "definizione" nella quale qualsiasi umano può rientrare nei parametri indefiniti utilizzati dagli psichiatri per essere rinchiusi e violentati da tale diagnosi psichiatrica, è la spina nel fianco di cui il corpo sociale, vuole sbarazzarsene per mezzo della "cura, assistenza, riabilitazione, risocializzazione, difesa e sorveglianza", metodologie di controllo funzionali a emarginare e screditare già dai tempi della nascita della Congregazione della Divina Provvidenza. Purtroppo tali strategie vengono messe in atto non solo in ambito psichiatrico, ma dovunque ALTRE VOCI possono impaurire e destabilizzare il potere.<br /><br />Il vero mandante di tutto questo ? Non ci stancheremo mai di dirlo: la società !.antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-39625373998381186932008-03-10T11:02:00.000-07:002008-05-12T10:22:43.373-07:00ELETTROSHOCK ? E' UNA TORTURA !E' in questi giorni (febbraio 08) partita una petizione dal Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, appoggiata dall' AITEC(Associazione Italiana Terapia Elettroconvulsionante), rivolta al ministro della Salute Livia Turco per aumentare i centri clinici autorizzati a praticare la terapia elettroconvulsionante o elettroshock, che in Italia sono oggi nove, sei pubblici( Brescia,Oristano,Cagliari,Brunico,Bressanone,Pisa) e tre privati( Verona,Bologna,Roma ),per arrivare ad almeno un servizio per ogni milione di abitante in tutte le regioni.Più in generale l' obiettivo è quello di ridestare il consenso popolare su una pratica dannosa e brutale da considerarsi una tortura, come le testimonianze di chi ha subito l' elettroshock documentano tristemente.<br /><br />Le modifiche nel trattamento( anestesia totale e farmaci miorilassanti che impediscono le contrazioni muscolari, in precedenza diffuse a tutto il corpo con la conseguente rottura di denti e ossa )riescono solo a camuffare gli effetti esteriori ma non ne cambiano la sostanza: una scarica di corrente elettrica costante di 0,9 ampere( la cui tensione varia fino ad un massimo di 450 volt, collocandosi solitamente sui 220 volt) sui lobi frontali o sull' emisfero cerebrale non dominante-TEC monolaterale- che provoca un' intensa crisi convulsiva durante la quale il cervello aumenta il suo metabolismo, il flusso e la pressione sanguigna.Ciò provoca danneggiamenti alla barriera emato-encefalica e all' equilibrio biochimico del cervello.A seguito del trattamento si riscontrano molti e gravissimi effetti collaterali, quali rottura di vasi sanguigni cerebrali, regressione della capacità discorsiva, gravi e ampie perdite di memoria, persistenti emicranie, problemi cardio-circolatori e riduzione della massa cerebrale.<br /><br />La validità scientifica del metodo ancora oggi non convince, o meglio non esiste: i meccanismi di azione della TEC non sono noti;l' unico dato certo, scoperto da Cerletti nel 1938, è che scariche elettriche adeguate producano un coma epilettico reversibile( quando il soggetto sopravvive o viene rianimato con successo) .Per la psichiatria: "l' ipotesi originale di Cerletti, che l' effetto terapeutico di questa metodica fosse legato alla convulsione cerebrale generalizzata è, fino ad oggi, l' unico dato documentato da numerose ricerche cliniche e pressochè universalmente accettato," mentre" rimane irrisolto il problema di come la convulsione cerebrale provochi le modificazioni psichiche" e "non è chiaro quali e in che modo queste modificazioni( dei neurotrasmettitori e dei meccanismi recettoriali) siano correlate all' effetto terapeutico" (G.B. Cassano, Mnuale di Pùsichiatria).<br /><br />Ma per chi subisce tale trattamento i danni cerebrali son ben evidenti e possono essere rilevati attraverso autopsie e variazioni elettroencefalografiche anche dopo dieci o venti anni dallo shock.<br /><br />La terapia elettroconvulsivante viene portata avanti da psichiatri di impronta organicistica che, con i loro metodi autoritari, invasivi ed offensivi della dignità umana, compromettano seriamente la salute di milioni di persone, prima prescrivendo farmaci e poi, quando questi non producano nel paziente i risultati sperati, suggerendo l' elettroshock, che giova alla "cura" della depressione e della tristezza nella misura in cui provoca vuoti di memoria, apatia e demenza. La stessa genesi e storia della terapia lascia perplessi: l' idea venne nel 1938 a Ugo Cerletti e Lucio Bini dall' osservazione di maiali anestetizzati con una scarica elettrica prima di essere condotti al macello.Nel corso del '900 migliaia di internati furono sottoposti alla lobotomia elettrica con grande entusiasmo degli psichiatri che operavano nei manicomi poichè con essa gli "agitati" erano più tranquilli.Ma l' elettroshock non rimase chiuso nei manicomi: venne utilizzato come tortura e punizione durante la Grande Guerra e servì da ottimo strumento di repressione del dissenso durante gli anni Settanta,in Italia come in Argentina. Negli anni Ottanta quando ormai questa pratica brutale sembrava destinata al disuso, venne rivalutata e iniziò il suo riutilizzo a partire dagli USA. L'APA(Associazione Psichiatrica Americana) creò appositamente nel 1996 una task force per la raccolta di tutte le sperimentazioni di nuovi metodi elettroconvulsionanti che condussero a risultati favorevoli alla reintroduzione dell' operazione elettrica equiparata, nella sua nuova forma,ad un intervento chirurgico,o meglio di psicochirurgia.La spinta più grande alla ridiffusione dell' elettroshock non è però da attribuire a progressi medico-scientifici, quanto a fattori puramenti economici, visto che le compagnie di assicurazione statunitensi pagavano dopo il settimo giorno di ricovero solo nel caso in cui i pazienti necessitassero di interventi chirurgici.<br /><br />In Italia gli studi favorevoli alla sua reintroduzione vengono recepiti nel 1996 da una circolare dell' allora Ministro della Salute R.Bindi che definiva l' elettroshock "presidio terapeutico di provata efficacia" consigliandone l' utilizzo.Il Comitato Bioetico Italiano bocciò l' eletroshock nelle strutture pubbliche permettendolo solo in quelle private convenzionate. L' effetto principale della circolare fu quello di trasformare l' elettroshock da prestazione ambulatoriale a prestazione chirurgica con il conseguente aumento del costo (il ticket passò da 70.000 £ a 500.000 £ più i costi per le prestazioni della clinica convenzionata);a presidiare l' intervento oltre allo psichiatra troviamo ora un medico anestesista e tre infermieri.<br /><br />Ci teniamo a ribadire che nonostante le moderne vesti di intervento chirurgico, l' elettroshock rimane uno strumento di tortura, una disumana violenza, un attacco all' integrità psicologica e culturale, oltre un grande trauma, per chi lo subisce. Insieme ad altre comuni pratiche delle psichiatria come il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e l' ASO( accertamento sanitario obbligatorio), l' elettroshock è un esempio se non un' icona della coercizione e dell' arbitrio esercitato dalla psichiatria e dalla società nei confronti di non riesce o non vuole NORMALIZZARSI.<br /><br /><br />COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO ANTONIN ARTAUD-PISA COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO VIOLETTA VAN GOGH-FIRENZE TELEFONO VIOLA MILANO T28 COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO di BERGAMO aderisce al comunicato COLLETTIVO ANTIPSICHIATRICO di MODENA.antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-25915386512829174392008-02-23T06:17:00.000-08:002008-02-23T07:37:13.019-08:00OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO - manicomio criminale...La costruzione teorica che giustifica l' esistenza di strutture aberranti come l' o.p.g è da ricercarsi nell' associazione lombrosiana fra "malattia mentale" e violenza.<br />Essa si è talmente radicata nella cultura che, nonostante sia passato molto tempo dalle teorizzazioni di Lombroso, permane ai nostri giorni la sostanziale diffidenza nei confronti del comportamento e della parola di chi è considerato "malato di mente"<br />In parole povere l' o.p.g. ha avuto così tanto successo perchè permetteva la segregazione di chi ha come unica colpa quella di esprimersi diversamente, di vivere in condizionim disagiate, di essere quello meno forte in un conflitto o di essere non conforme all' ordine costituito.<br />Ed è esmpre l' irrazionale terrore che il diverso suscita negli omologati al sistema,a giustificare le forme di contenzione fisica e farmacologica che hanno il solo scopo di anniettare la persona.<br />Chi ha la sfortuna di essere intrappolato nella maglia della psichiatria, sia a livello manicomiale che carcerario, viene automatoicamente considerato una non/persona, priva di qualsiasi sentimento o diritto.<br />La segregazione in o.p.g, come nei reparti psichiatrici all' interno dei carceri, può essere considerata una "doppia pena".<br /><br />La restrizione della libertà, già di per sè violenta e disumana, sembra non essere sufficiente.<br />Essa deve essere accompagnata da una terapia farmacologica che garantisce la totale non pericolosità del soggetto in questione.<br />La storia e il quotidiano ci insegnano come sia molto più semplice tenere lon tano,reprimere tutto ciò che METTE IN DISCUSSIONE LA NOSTRA NORMALITA'.Molto più difficile sembra essere accettare la DIVERSITA', confrontarsi con essa: mettersi in discussione, capire richiede uno sforzo sicuramente maggiore di quello necessario per la negazione dell' ALTRO. <br /><br />Non scardinare questo meccanismo, significa alimentare l' intolleranza nei confronti dell' immigrato, del detenuto, del tossicodipendente, dello zingaro, del "malato mentale".<br /><br />Uno dei concetti chiave che giustificano l' applicazione di misure di sicurezza( qualsiasi provvedimento preso dall' autorità giudiziaria nei confronti di chi viene considerato o sospettato di essere SOCIALMENTE PERICOLOSO ), come ad esmpio all' interno dell' o.p.g. è quello di imputabilità<br />L' imputabilità è l' insieme delle condizioni previste dal diritto penale, in particolare la capacità di intendere e volere, necessarie affinchè un soggetto possa essere ritenuto responsabile delle proprie azioni e possa essere chiamato a risponderne.<br />Durante il processo il giudice può comminare o meno una misura di sicurezza a seconda della capacità di intendere e volere attribuita al soggetto giudicato.<br />Il codice penale prevede tre possibilità.Nel caso in cui il soggetto è dichiarato capace di intendere e volere, egli è considerato imputabile e sottoposto ad un processo che stabilirà la sua colpevolezza o innocenza.L' incapacità di intendere e di volere è correlata al proscioglimento dell' accusa, quindi all' applicazione di una misura di sicurezza.In questo caso il processo è interrotto.<br />Non si riconosce il diritto alla difesa e il soggetto è giudicato e rinchiuso.<br />L' attestazione di una infermità è correlata all' applicazione di una pena diminuita da sommare ad una misura di sicurezza in casa di cura o O.P.G.: solo quando si riterrà venuta meno LA PERICOLOSITà SOCIALE, il soggetto sarà pronto per scontare la propria pena in carcere.<br /><br />Dichiarare che un soggetto è incapace di intendere e di volere, significa non solo negare le ragioni per cui un individuo, in un momento particolare della sua vita, ha deciso di compiere un determinato atto, ma anche condannarlo senza che egli abbia mai più la possibilità di difendersi dalle accuse che gli sono rivolte.<br /><br />Chi da quel momento in poi darà ascolto alle parole di un "PAZZO CRIMINALE"?<br /><br />Il soggetto che si accolla la responsabilità di stabilire la capacità di intendere e di volere di qualcuno, è lo PSICHIATRA.<br /><br />La perizia che egli, su richiesta del giudice, è chiamato a stilare deve rispondere a tre quesiti fondamentali:<br /><br />- se al momento del fatto il soggetto era capace di intendere e di volere<br />- se questa capacità è temporanea o permanente<br />- se ciò fosse dovuto da "infermità mentale" o cronica intossicazione da alcool o da sostanze stupefacenti, e se sia attualmente persona socialmente pericolosa.<br /><br />Nonostante non esista nessun fondamento scientifico, si persiste a dare per scontato che dove c'è la "malattia mentale" c'è anche incapacità di intendere e di volere.La diagnosi risulta funzionale all' incasellamento del soggetto all'interno di categorie che, a loro volta giustificano l' intervento terapeutico, cioè un massiccio bombardamento farmacologico.<br /><br />Accolta la perizia, il giudice deve stabilire in via definitiva se il soggetto è da considerarsi capace o meno di intendere e di volere, avvalendosi del suo ruolo istituzionale e della sua autonomia.Egli, in sostanza, potrebbe giungere a conclusioni che si discostano notevolmente da quelle del perito.<br />Potrebbe, ma nella realtà dei fatti il giudice finisce con l' attenersi puntualmente al risultato della perizia, delegando al perito un potere straordinario: quello di essere allo stesso tempo P.m e giudice.<br />Ovviamente anche nell' interrogatorio che precede la stesura della perizia,vengono negati al soggetto i diritti alla difesa.L'interrogatorio avviene senza la presenza di altre persone,nemmeno dell' avvocato difensore, e l' imputato non viene avvertito che le informazioni che fornisce al perito, possono essere utilizzate per una sua condanna.<br /><br />La legislazione italiana prevede un diverso criterio a seconda che vengono comminate pene vere e proprie o misure di sicurezza, durata predeterminata per le prime, indeterminata per le seconde.<br />Poichè per chi è considerato non imputabile non è prevista una sanzione penale, si ricorre alle misure di sicurezza a tempo non determinato, armi attraverso le quali il potere giudiziario assicura comunque l' allontanamento di soggetti potenzialmente pericolosi per l' ordine costituito.<br />La pericolosità sociale è un concetto arbitrario che rispecchia la cultura del tempo: così nei secoli pericoloso poteva essere l' omosessuale o chi si masturbava, senza nessun fondamento di altro ordine.<br /><br />Giuridicamente è considerato pericoloso il soggetto che abbia commesso reato e che per lo stesso non sia considerato imputabile, ma a cui è attribuita una capacità di commettere in futuro, non necessariamente la stessa tipologia di reato, ma qualsiasi altro reato previsto dal codice di procedura penale.<br />Inoltre questo risulta essere in contrasto con le tesi psichiatriche stesse che non riescono a dimostrare la connessione fra "malattia mentale" e REATO.<br /><br />Collettivo antipsichiatrico Violetta Van Gogh - Firenze.antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-3728138647254720942008-02-22T09:00:00.000-08:002008-02-22T09:10:52.062-08:00GLI ERGASTOLI BIANCHI...DOVE LA PENA NON HA MAI FINESABATO 23 FEBBRAIO ORE 18.00 <br /> PRESSO UNDERGROUND via Furietti 12/b quartiere Malpensata- BERGAMO<br /><br /> testimonianza diretta di un ex detenuto in un o.p.g ( ospedale psichiatrico giudiziario )<br /><br /> dibattito<br /><br /> a seguire<br /><br /> cena vegan benefit<br /><br /> spettacolo teatrale : " Monologo per i sordi "<br /><br />"L' inquisizione si è fatta medica, hanno montato letti a mo di palo e nel rogo chimico fanno cenere dei figli di Giordano".antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-23677913648346863822007-11-19T16:41:00.000-08:002007-11-19T17:02:35.570-08:00TELEFONO VIOLA...IL COLLETTIVO ANTI-PSICHIATRICO BERGAMO<br /> col.antipsichiatriabg@yahoo.it presenta: TELEFONO VIOLA<br /> SABATO 24 NOVEMBRE via Furietti 12/b -Bergamo zona Malpensata ore 17:30<br /><br />interviene TELEFONO VIOLA MILANO<br /><br />In Italia è stata avviata un 'iniziativa pressoche' unica al mondo: un servizio telefonico pubblico d' ascolto e d' assistenza rivolto alla cittadinanza, denominato Telefono Viola.Tale servizio è offerto da volontari di diverse età e di differenti intertessi: studenti, ricercatori, operatori del settore sociale e sanitario, con l' appoggio di alcuni medici, avvocati. Tutti comunque, sensibili alle questioni poste dalle tematiche inerenti alla psichiatria e il disagio psichico e sociale spesso all' origine di molte difficili situazioni in tale ambito.<br /><br />Gli operatori del Telefono Viola lavorano in modo assolutamente volontario e al di fuori di qualunque modalità precostituita di sapere o di competenza professionale , mantenendosi tuttavia sempre attentissimi all' aspetto dei diritti civili.<br /><br />Il servizio si pone essenzialmente come forma di tutela da qualsiasi tipo di uso e abuso, posto in essere dalla psichiatria, da operatori sanitari e sociali di qualunque livello e ruolo, e anche da singoli individui, familiari, conoscenti, vicini, che intraprendono azioni coattive e limitative della libertà e della dignita' di altri richiamandosi, per cultura o per pregiudizio, ai principi coercitivi della pratica psichiatrica.<br /><br />CONTRO OGNI TRIBUNALE PSICHIATRICIO<br />-NO ALLA NORMALIZZAZIONE PSICHIATRICA-<br />SI ALLA VITA!antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-5657246985040554542007-06-18T14:17:00.000-07:002008-10-21T01:04:17.035-07:00MALATI DI ...VIVERE..............<span style="TEXT-DECORATION: underline"><br /><br /></span><br /><p class="MsoNormal"><span style="COLOR: rgb(51,255,255);font-size:130%;" ><b><i><span style="font-family:Arial;font-size:11;">mille follie, mille devianze, nessuna normalità.........</span></i></b></span><i><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"><span style="font-size:130%;"><span style="COLOR: rgb(204,0,0)"> </span></span></span></span></i><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><?xml:namespace prefix = o /><o:p></o:p></span></p><p class="MsoBodyText" style="TEXT-ALIGN: left" align="left"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><br /></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Ogni ingranaggio della cosiddetta psichiatria democratica, progressista, sociale, alternativa è concorde sul fatto che la vecchia psichiatria manicomiale sia stata un errore di percorso,una violenza inaudita, una barbarie, una macchina atroce, che per mezzo di coercizioni fisiche (lobotomia, lobectomia, leucotomia, bagni gelati, sedie girevoli, compressore ovario, iniezione del virus della malaria e della scabbia, la sedia della strega, percosse, frustate, isolamento, castrazione o asportazione delle ovaie, ferri roventi sulla nuca, elettroshock, camicie di forza, letti di contenzione..), chimiche (shock<span style="font-size:+0;"> </span>insulinico, bromuro, alte dosi di psicofarmaci ) ha violentato senza nessun limite, il corpo e la mente di milioni di individui valutati<span style="font-size:+0;"> </span>“malati mentali“. La sua danza macabra è stata sempre autoproclamata una cura e terapia medico-psichiatrica, tutto per il bene del paziente...I manicomi sono stati un’offesa all’intera umanità, è giunto il momento di concedere il diritto di essere quello che si è, il diritto al malato di mente di liberarsi dalla violenza che ha solo saputo meticolosamente delimitare con muri, porte blindate, inferiate alle finestre, lo spazio di movimento del paziente, bisognoso di ascolto, assetato di vivere la normalità, all’aria aperta, alla luce del sole, libero di fare quello che tutti fanno. Altro che cronicizzare la patologia rinchiu dendolo in “non luoghi“, privi di senso, legami, radici, valori...Sì, è proprio ora di risocializzare, di lottare contro lo stigma del malato mentale, reinserire nella società ogni portatore di “sintomi di disturbi mentali“, un vecchio“paziente”divenuto per lo più “utente“. Basta ricordare terapie ormai oltrepassate. Perché processare vecchi psichiatri che hanno solo incoscientemente e innocentemente curato anime perdute? Finalmente i manicomi sono scomparsi, grazie a Franco Basaglia e alla sua “Psichiatria Democratica“. Che cosa aspettiamo? Alziamo le vele, è ora di oltrepassare le colonne d’Ercole! Ora e più che mai senza rimasugli manicomiali avanti tutta! Nuovi orizzonti ci aspettano!</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">I muri dei manicomi sono stati abbattuti,solo un brutto ricordo, ma la psichiatria ha avuto il coraggio di osservare gli occhi dei suoi pazienti? Ancora oggi, come ieri, gli utenti sono etichettati, differenziati, diagnosticati...condannati! Camminiamo al loro fianco, (oltre le”8 ore al giorno“,ben distanti dai ruoli “privilegiati”di terapeuti) per infiniti percorsi che siano faticosi, estenuanti, privi di un fine logico, razionale, impercepibili da noi stessi, utopici ,incoscienti, terrificanti, gioiosi...ma, senza nessuna paura, presuntuosità e condanna psichiatrica, pur sempre sono...cammini di vita. Spiegatemi voi come si può illudere di ascoltare, “essere con“, riconoscere la personalità deviante, disagiata, marcando, quotidianamente, per anni, a vita, la differenza tra noi e l’”altro”, tra noi normaloidi e i “folli”portatori di “sintomi di disturbi mentali“. A dir poco tutto ciò è paradossale e ingannevole...Lo estrapoliamo dalla realtà sia mentalmente che fisicamente e poi pretendiamo che la società lo riabbracci e lo reinserisca nelle sue file per lo più precostituite, intolleranti, conformiste, autoproclamatesi</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">normali. A voi, facenti ancora parte attiva di questo tribunale psichiatrico pseudoscientifico, il dovere di definirmi la “normalità” e di conseguenza la “follia”, considerata da voi stessi come malattia, patologia,da curare. </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255); FONT-STYLE: italicfont-family:Arial;font-size:11;" >“Una linea è stata tracciata tra se stesso e se stesso e fra se stesso e gli altri.<span style="font-size:+0;"> </span>Si nega che questa linea sia stata marcata. Non c’è nessuna linea. Ma non cercate di attraversarla...“R.D.Laing.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255); FONT-STYLE: italicfont-family:Arial;font-size:11;" ></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p style="COLOR: rgb(51,255,255); FONT-STYLE: italic"></o:p><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Io psichiatra, neuropsichiatra, (al mio fianco: psicologo clinico, psicoterapeuta, assistente sociale, operatore psichiatrico, familiare...) come autorità scientifica, basata nient’altro che su pregiudizi-giudizi di valore arbitrari e non di fatto, non ti concedo il permesso di imboccare un labirinto, fatto da muri indistruttibili, che potrebbero ostacolarti e crearti seri danni alla tua incolumità fisica e mentale. No a che tu viva una tua personale esperienza gioiosa o terrificante che sia.!Vita?! No! Per me psichiatra, neuropsichiatra, dall’alto del mio piedistallo di sabbia, non autorizzo te, “borderline, psicotico, allucinato, delirante”, di poter sbagliare. Io posso tu no!! Negazione altro che ascolto!! Un no che eviti di porre in reale discussione la<span style="font-size:+0;"> </span>tranquillità familiare, sociale. Grazie al consenso dei tuoi cari (molte volte costretti, disinformati, manipolati, facendo perno sul loro smarrimento, è facile convincerli a seguire, senza troppi ricatti, le terapie psichiatriche, poste in un bel piatto d’argento, presentate come unica soluzione...), dormirò notti tranquille, ben pronto , il giorno seguente, ad agire all’insegna della mia verità, della ragione, logica, percezione, senso convenzionale, per la pace, per il bene (per il bene della nazione<span style="font-size:+0;"> </span>può<span style="font-size:+0;"> </span>avvenire la persecuzione di milioni di Ebrei., senza<span style="font-size:+0;"> </span>dimenticarsi<span style="font-size:+0;"> </span>che le guerre nascono per la difesa del bene dello stato...i<span style="font-size:+0;"> </span>manicomi, non abbiate la memoria corta..nati e cresciuti per il bene del paziente).</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">No al conflitto sociale,<span style="font-size:+0;"> </span>no a un confronto con se stessi e con l’”altro”. Sì alla paura, che continui ad essere il mandante dell’orrore psichiatrico. Non conosciamo un’altra branca della medicina, che obbliga con la forza fisica, il ricatto, l’inganno, il terrore a seguire le cure prescritte. Dittatura psichiatrica! L’elettroshock , oggi giorno ben funzionante è chiamato (per non destare opposizioni dai soggetti più sensibili) terapia elettroconvulsiva. Le “camicie di forza” sono quasi scomparse, ma sono aumentati i “letti di contenzione” (spesso utilizzati anche per giorni e mesi, chiedetelo ai sopravvissuti, poi mi saprete dire...) L’abuso di psicofarmaci, sempre più ridimensionato dal termine”uso”. Diamo a Cesare quello che è di Cesare.... In ogni dove la psichiatria maschera professionalmente la sua giurisdizione sovrana. Per i cosiddetti psichiatri organicisti, la “terapia farmacologica” è sempre curativa e per questo santificata, anche se non esistono esami medico-oggettivi che provino l’esistenza della famigerata malattia mentale. A loro volto la psichiatria democratica sottolinea<span style="font-size:+0;"> </span>la funzione sedativa della farmacoterapia<span style="font-size:+0;"> </span>che ci permette, a suo dire, di costruire un reale “ponte relazionale“, sottovalutando gli effetti collaterali riscontrati nel soggetto, in nome di presunti effetti benefici...(parte della psichiatria lo ammette). Altro che bilancia ris chi/benefici! Altro che semplice sedazione! E le diagnosi<span style="font-size:+0;"> </span>psichiatriche e non mediche? Sempre più insalate di parole, che si avvicinano al ridicolo, un”delirio classificatorio”dove ogni comportamento ieri “normale, oggi può divenire psicopatologico. Diagnosi ben funzionali a un terrificante controllo-omologazione sociale. </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Kant già due secoli fa avvertiva:<span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)">”C‘è un genere di medici, i medici della mente, che pensano di scoprire una nuova malattia ogni volta che trovano un nuovo nome”</span>. </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">”C’è un continuum, una catena, una rete che lega le menti di tutti coloro che pretendono di essere normali....se la catena si spezza, tutto ritorna ad essere possibile“-G.Bucalo. Con le ceneri dei muri manicomiali si<span style="font-size:+0;"> </span>sono ricostruiti i nuovi “manicomi all’avanguardia”, tra i primi, i reparti<span style="font-size:+0;"> </span>ospedalieri di “diagnosi e cura” e di”neuropsichiatria infantile”, sempre pronti a ricevere ricoveri coatti, ma in pole-position....“ospedali psichiatrici giudiziari”, ultimo girone dell’inferno. Ma la lista è lunga: “Comunità terapeutiche” , ma che comunità?, “Case famiglia”, ma che case?, ”Centri diurni“, ma che centri?, ”Borse lavoro-lavoro protetto”, ma che lavoro?<span style="font-size:+0;"> </span>”Servizi psichiatrici territoriali” che nascono come funghi, dove la loro “terapia” è il controllo. ”Cura” che ha<span style="font-size:+0;"> </span>permesso un sostanziale cambiamento: dalla prigione del corpo folle, si è giunti al corpo come prigione. Prima ci difendevamo da loro rinchiudendoli a chiave, ora<span style="font-size:+0;"> </span>li proteggiamo dalla nostra normale realtà...e sempre rinchiudendoli tra le vie della “città della follia”. Alcune carte da gioco sono state cambiate, ma il mazzo è sempre lo stesso, figuriamoci le regole del gioco...La odierna psichiatria risocializza i “pazienti”, persone che non sono mai libere di esprimersi a loro modo...in ambienti protetti, plastificati, depersonalizzati, dove ogni relazione è un servizio all’utenza, ben precostituita...surreale, liberi di vivere “come se fosse”. Ditemi voi come si può ( non lo si vuole nemmeno pensare)<span style="font-size:+0;"> </span>“rendere” un soggetto autonomo, libero di camminare con le proprie gambe con un lavoro, dettato dai servizi psichiatrici<span style="font-size:+0;"> </span>(che<span style="font-size:+0;"> </span>gratitudine, che fiducia in se stessi) che porta alle tasche del lavoratore, la grandissima somma di 300-400 euro al mese.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Risultato:dipendenza dai servizi psichiatrici, invalidità, interdizione...sofferenza. Ditemi voi come può essere<span style="font-size:+0;"> </span>realizzabile<span style="font-size:+0;"> </span>un sincero e interessato percorso relazionale, senza interagire con costanza e tenacia nell’ambiente sociale, familiare, locale, comunitario che è, spesso, luogo di disagio? Lavoro sintomatico, comportamentale, focalizzato sulla persona sofferente (se lo è veramente...) è la soluzione o solo una vulcanizzazione di copertoni, già da troppo tempo, da cambiare collettivamente<span style="font-size:+0;"> </span>partendo dal basso, da ognuno di noi? Psicoterapia? Spesso necessaria ma in pratica inesistente. Ci vuole una psicoterapia lontana anni luce dalla “terapia” farmacologica..e dal fare diagnosi psichiatriche.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">La<span style="font-size:+0;"> </span>relazione che si<span style="font-size:+0;"> </span>crea nella<span style="font-size:+0;"> </span>quotidianità<span style="font-size:+0;"> </span>con costanza e<span style="font-size:+0;"> </span>tenacia, deve essere il fulcro di ogni azione<span style="font-size:+0;"> </span>condivisa e non manipolatoria, forviante. Agire nel locale, che può essere il parco vicino a casa, il tuo villaggio, il tuo paese, il tuo quartiere, nella tua comunità spesso frantumata, dove la<span style="font-size:+0;"> </span>psichiatria si fa spazio e crea la sua comunità, strutture, rete di servizi.<span style="font-size:+0;"> </span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)font-family:Arial;font-size:11;" >“La psichiatria non appartiene alla vita. La vita non appartiene alla<span style="font-size:+0;"> </span>psichiatria”-G. Bucalo.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Agire nel locale che si arricchisce<span style="font-size:+0;"> </span>quotidianamente con le tue esperienze, le tue radici, i tuoi valori, la tua devianza atta a porre significato ad ogni azione che compi, continuando, senza tregua, la ricerca . Esplorazioni che nessuno ti deve interrompere, facendoti inciampare in un circolo vizioso di normalità, dove ogni ruolo è incasellato, definito, diagnosticato, prevedibile, sensato, controllato, influenzato...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Piegarsi, normalizzarsi...con o senza consapevolezza. Alzare lo sguardo, per osservare le conseguenze della nostra partecipazione, complicità a qualcosa di cui spesso non siamo attori, figuriamoci registi. Devianti per resistere, devianti per<span style="font-size:+0;"> </span>essere. Senza paura di “mettersi in gioco”, autoresponsabilizzarsi, ricordandoci che siamo<span style="font-size:+0;"> </span>potenti! Fin quando non sapremo guardarci in noi stessi, negli occhi di chi ci circonda, saremo i mandanti attivi o passivi di ogni errore-orrore, tra i primi, quello psichiatrico.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Ritornando alla terapia farmacologica, non bisogna stancarci di sottolineare le dannose perplessità, dubbi,<span style="font-size:+0;"> </span>contraddizioni, un puro non-sapere...che non minano minimamente il dominio della psicofarmacologia. La maggioranza dei psicofarmaci somministrati a soggetti in età pediatrica sono casualmente...”off-label”,<span style="font-size:+0;"> </span>ovverosia non registrati dall’AIFA (agenzia italia<span style="font-size:+0;"> </span>di sorveglianza del farmaco). Con il termine “label” si indica<span style="font-size:+0;"> </span>un farmaco di cui si conoscono le adeguate vie di somministrazione, le dosi e la fascia d’età a cui può essere prescritto. Nel caso di un “off-label” questo non avviene., questo vuol dire aumentare i rischi di incontrare effetti collaterali...per il bene dei<span style="font-size:+0;"> </span>17 milioni di bambini, 30000 solo in Italia (dati-Ist.Negri) sotto terapia farmacologica! L’AIFA, la cui attuale presidentessa è niente meno che una ex-dirigente di Farmoindustria, non è immune dalle logiche del profitto, sempre più pressionata dalle onnipotenti Case farmaceutiche.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Nel caso dei<span style="font-size:+0;"> </span>minorenni, il genitore, o chi ha la patria podestà (se si è contrari alle cure prescritte, non è difficile perderla) ha il diritto ad essere<span style="font-size:+0;"> </span>informato sui possibili effetti collaterali o “disturbi addizionali” a breve e lungo termine, senza dimenticare<span style="font-size:+0;"> </span><span style="font-size:+0;"></span>il fatto che ogni individuo risponde a qualsiasi principio attivo di laboratorio, in maniera soggettiva. Un diritto spesso inesistente, o solo in parte considerato, tutto in nome della professionalità dell’esperto, a cui tutto è concesso.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Nel “foglio illustrativo”di ogni “pozione magica” sono elencati le controindicazioni osservate in esperimenti, la quasi totalità finanziati dalle multinazionali farmaceutiche, (affiancate da psichiatri, neuropsichiatri, compagnie di assicurazione medica, gruppi di utenti e associazioni di familiari)<span style="font-size:+0;"> </span>sempre pronte, senza nessuna vergogna, a mascherare risultati<span style="font-size:+0;"> </span>che potrebbero limitare la vendita, se non addirittura<span style="font-size:+0;"> </span>a non ottenere (ci si dovrebbe impegnare) l’autorizzazione a<span style="font-size:+0;"> </span>commercializzare<span style="font-size:+0;"> </span>il prodotto sull’adorato mercato....</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Il più delle volte le poche ricerche indipendenti ottengono risultati “clinici”(cinici) contrastanti con altri che provengono da metodologie, prassi di ricerca a dir poco inattendibili. Strategicamente i resoconti più scomodi vengono messi al bando, letteralmente occultati. A tutto questo, si risponde aumentando sporadicamente l’uso dei neurolettici. La presunta efficacia è sbandierata quotidianamente con ogni mezzo, tra i primi i mass-media, che svolgono professionalmente il loro ruolo...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Parlare continuamente,senza tregua,di un qualcosa, perché diventi per l’opinione pubblica un vero problema, una malattia da curare. Gli esperti dello”squilibrio chimico”, della mente, dell’anima, sempre protetti da “immunità parlamentare”, non<span style="font-size:+0;"> </span>hanno ottenuto che risultati<span style="font-size:+0;"> </span>troppo disomogenei tra loro e non attendibili per essere stati effettuati in luoghi depersonalizzati, e ben influenzati da agenti esterni disturbanti, che portano a una reazione comportamentale del soggetto, atti che vengono interpretati come peggioramento o cronicizzazione della “patologia“. Paradossale. Si fomenta una sofferenza (se lo è veramente) che si vuole curare...tutto per il bene della psichiatria e delle piccole e innocenti pastigliette di cui, molto spesso, non si conosce nemmeno il meccanismo d’azione. In particolar modo, nel caso dei psicofarmaci antipsicotici, si è arrivati al punto di mentire senza<span style="font-size:+0;"> </span>vergogna sulla assuefazione,<span style="font-size:+0;"> </span>prodotti che col passar del tempo<span style="font-size:+0;"> </span>incidono<span style="font-size:+0;"> </span>sulle abilità fisiche e mentali e sulla riduzione della vita media, sul rendere in molti, troppi casi, autentici disabili. Molti soggetti, per paura che le cure aumentino, non verbalizzano gli effetti collaterali. Questo silenzio, anche se per altri ovvi motivi, viene adoperato da numerosi psichiatri<span style="font-size:+0;"> </span>che non riportano controindicazioni “comuni”,<span style="font-size:+0;"> </span>di cui si è a conoscenza<span style="font-size:+0;"> </span>ma<span style="font-size:+0;"> </span>mai l’AIFA ha sentito<span style="font-size:+0;"> </span>voce...figuriamoci i gruppi di ricerca delle Case farmaceutiche.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Ognuno ha il suo ruolo, in questo fatiscente palcoscenico, ben incollato al suo prestigio, alla sua “poltrona”. Tutti complici attivi o passivi, ovvero indifferenti, ma sempre mandanti di questa dittatura psichiatrica. E’ ora di scendere una volta<span style="font-size:+0;"> </span>per tutte dal palcoscenico!</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">La persona che assume neurolettici si sente sconnessa dalla realtà, sonnolente, stordita da antipsicotici che per l’effetto “paradosso” aumentano i sintomi di una patologia, ovverosia una condanna emessa da menti ragionevoli, dalla normalizzazione sociale-psichiatrica. Sbalzi di umore, periodi di calma , alternati da “iperattività”, inusuali modi di parlare, sentire ru</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">mori , e o voci, sono solo alcuni comportamenti che vengono etichettati con “disordine mentale ricorrente” ben adoperati come giustificazione medica per ricorrere a un ulteriore uso di<span style="font-size:+0;"> </span>antipsicotici , che in realtà sono causati dai psicofarmaci stessi. In queste poche pagine non voglio porre troppo profondamente il dito nelle innumerevoli piaghe, per questo non scrivo nemmeno due parole sulla discinesia tardiva (che colpisce ben il 20% dei soggetti sotto psicofarmaci per più di un anno, di cui il 30% è irreversibile), sulla sindrome maniacale (per il 45% porta alla morte dell’individuo), sulla “terapia di mantenimento”, farmaci antidepressivi, terapia per i “resistenti”, al<span style="font-size:+0;"> </span>famoso Ritalin e al Prozac (ora,grazie all’AIFA è<span style="font-size:+0;"> </span>possibile somministrarli a bambini di 8 anni) alla “terapia elettroconvulsiva”, sul<span style="font-size:+0;"> </span>fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia l’utilizzo di neurolettici solo per alcune settimane, e tanto altro ...purtroppo, ma sulla somministrazione di psicofarmaci a “lento rilascio“, non posso rimandare a prossimi approfondimenti. La persona che ha la fortuna di “fare la sua vita“, sotto “libertà vigilata, non si deve nemmeno preoccupare di prendere quotidianamente<span style="font-size:+0;"> </span>i suo psicofarmaci, ma deve recarsi ogni 7-14 o più giorni dalla psichiatra per una bella punturina, con cui<span style="font-size:+0;"> </span>il neurolettico si rilascia lentamente per il tempo prestabilito, fino a prossima somministrazione cosiddetta “depot”. Se avete solo intenzione di non recarvi<span style="font-size:+0;"> </span>all’ appuntamento con il vostro adorato psichiatra, non preoccupatevi che molto spesso, una sirena giungerà alle vostre orecchie e in un attimo sarete letteralmente circondati da “camici bianchi” e da “forze dell’ordine”. La minaccia e la violenza, ditemi voi, sono cure, o abusi al soggetto, privato del diritto di scegliere il proprio cammino da seguire?! Terminerei mettendo in risalto, che la terapia farmacologica,somministrata a lento rilascio, non può essere dismessa gradualmente dal soggetto, a differenza di chi si somministra autonomamente la dose. Tutto deve essere autorizzato dallo psichiatra o<span style="font-size:+0;"> </span>neuropsichiatria.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Per dismettere<span style="font-size:+0;"> </span>da<span style="font-size:+0;"> </span>qualsiasi farmaco psichiatrico, è fondamentale una<span style="font-size:+0;"> </span>rete relazionale<span style="font-size:+0;"> </span>che sappia<span style="font-size:+0;"> </span>sostenere<span style="font-size:+0;"> </span>il soggetto durante tutto il periodo delle dismissioni. Nel caso dei neurolettici si consiglia la presenza di un medico non psichiatra (in casi rarissimi si incontra uno psichiatra disponibile a una reale dismissione, conoscetelo bene prima di fidarvi... ma secondo più esperti è possibile la riduzione fino<span style="font-size:+0;"> </span>alla totale dismissione dei prodotti psicofarmacologici, senza un controllo medico visto che è difficile trovarli, per tale percorso (in testi specifici si possono trovare tracce fondamentali, per ridurre la probabilità di incontrare effetti negativi, per assuefazione dei psicofarmaci-vedi testi di P.Breggin). Con la tecnica “depot” aumentano notevolmente i rischi di scontrarsi con la discinesia tardiva...un piccolo particolare che mi stava sfuggendo... .</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">In questi brevi e fin troppo concisi appunti, non ho nessuna intenzione di scendere, soprattutto per quanto riguarda la terapia farmacologica, nei particolari, ma per eventuali approfondimenti sono sempre reperibile, affiancato da persone che di queste belle parole sanno certamente qualcosa...tutto sulla propria pelle...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Solo chi è parte del problema prenderà parte alla soluzione. Non mi sono soffermato sul come agisce un<span style="font-size:+0;"> </span>farmaco psichiatrico (ripeto, in molti casi nemmeno i gruppi di ricerca sono<span style="font-size:+0;"> </span>sufficientemente a conoscenza del meccanismo d’azione), ma mi sono posto, e continuerò a<span style="font-size:+0;"> </span>farlo, l’interrogativo sul perché utilizzarlo. Metto, anzi, mettiamo in discussione il pensiero che sta a priori di ogni azione, per lo meno quelle ragionevoli, logiche, sensate, curative di tutte le psichiatrie, nessuna esclusa...Non scervellatevi troppo che il super terapeuta è ovunque, dove meno te lo aspetti.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Eccoci qua a trattare il problema cruciale delle diagnosi psichiatriche, radici di una pianta ,già da troppo tempo, secche ma sempre quotidianamente dannose a una terra, poco ricca di humus per poterle respingerle.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Il sintomo, soprattutto quando trasmette, (o interpretato) sofferenza, paura, ansia, terrore, viene cancellato totalmente. Un reale dialogo, un (temuto) contatto, una comunicazione diretta, rispettosa, un’empatia, possono indicare nuovi cammini di conoscenza, di creatività, di energie, di forze vitali, di esperienze, che se non isolate, abbandonate, controllate, represse dalla prassi psichiatrica possono divenire un tesoro collettivo.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">“Non ero amato dagli abitanti del villaggio, tutto perché dicevo il mio pensiero e affrontavo quelli che mancavano verso di me con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo segreti, affanni, rancori. E’ assai lodato l’atto del ragazzo spartano che si nasconde il lupo sotto il mantello, lasciandosi divorare senza lamentarsi. E più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo e lottare con lui all’aperto, magari per strada tra polvere e ululi di dolore. La lingua è magari un membro</span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)"> </span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">indisciplinato, ma il silenzio avvelena l’anima. Mi biasimi chi vuole, io sono contento“ - E.L.Masters.</span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Libero spazio ad ogni legittima modalità di sopravvivenza psicosociale. Altro che psicofarmaci, parola e spazio agli sciamani di ogni era e luogo, ai devianti, alla parte selvaggia dell’uomo, alla dialettica tra spirito e corpo che costituisce il nostro essere, prima,ora e per sempre. Nessun dialogo con la dittatura percettiva! Grazie al sacro e intramontabile“principio<span style="font-size:+0;"> </span>d’autorità“, si è concesso, (ieri come oggi) credito a individui<span style="font-size:+0;"> </span>toccati da esperienze di apparizioni, dialoghi con figure religiose, ma mai è avvenuto per le streghe, gli eretici, ai disadattati, ai disertori, agli psicotici...alle spine nel fianco.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Quotidianamente<span style="font-size:+0;"> </span>mi domando , seppur considerando l’aurora di scientificità che ponete sulle vostre<span style="font-size:+0;"> </span>cure, terapie,<span style="font-size:+0;"> </span>come potete passare notti tranquille. Che qualche Voce vi bussi alla porta della vostra coscienza...e vi disturbi ogni pace!</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Personalmente mi sono imbattuto in autorità pseudoscientifiche che hanno solo parlato delle diagnosi psichiatriche, solo come definizioni,necessarie per una linea guida comune. Una cosa è una definizione, ben altra è una diagnosi !.Chiedetelo direttamente alle persone che hanno subito tali definizioni, torturati a vita da semplici definizioni !</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">“La tua sofferenza, la tua singolarità, sappiamo di loro abbastanza cose, che tu neanche immagini, per capire che si tratta di una malattia, ma questa malattia la conosciamo abbastanza per sapere che tu non puoi esercitare su di essa e nei</span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)"> </span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">suoi riguardi alcun diritto. La tua pazzia</span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">, la nostra scienza ci permette di chiamarla malattia, e perciò noi medici siamo qualificati per intervenire e diagnosticare in te una pazzia che ti impedisce di essere un malato come altri, ovunque tu sarai un malato mentale” - dialogo inventato tra uno</span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)"> </span><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">psichiatra e il “suo paziente”. M. Foucault.</span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Screditiamo con forza i lavori fittizi, non professionali, arbitrari di chi ancora oggi, a loro dire, ”definisce”. Un “malato mentale” è stato posto in seconda categoria, in serie b , in una posizione da cui è una sofferenza riuscire a salire ai piani alti dei normaloidi. Sofferenza per avvicinarsi, per essere avvicinato, ascoltato, creduto dalla ragione, dal buon senso. Sofferenza per conseguire un lavoro senza l’”aiuto” dei<span style="font-size:+0;"> </span>“servizi territoriali<span style="font-size:+0;"> </span>psichiatrici”. Sofferenza nel fare “salti mortali ” per avere un<span style="font-size:+0;"> </span>tetto sopra la testa (per molti psichiatri, disturbata da “squilibrio chimico” sempre annunciato, ma mai riscontrato realmente...). Sofferenza a non poter gestire il proprio denaro. Sofferenza per non potersi autodeterminare. Sofferenza per non<span style="font-size:+0;"> </span>poter progettare il proprio futuro. Sofferenza per essere giudicato irresponsabile, illogico, invalido, interdetto. Sofferenza a vivere nel totale isolamento, solitudine. Tutto questo in attesa che il soggetto si immedesimi, si pieghi, al ruolo di malato, che accetti la propria diagnosi e le terapie prescritte. Suicidio? E’ a dir poco comprensibile, sensato, l’isolamento è giunto al suo culmine, comunicazione, ribellione, abbattimento.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">La persona che si trova nel “circuito vizioso psichiatrico”, ormai divenuta...”caso clinico”, è accompagnata lentamente e silenziosamente, mano nella mano, passo per passo, fino a raggiungere il<span style="font-size:+0;"> </span>precipizio. E lì, posto su un bel luccicante filo di rasoio, si preoccupano, più professionalmente che umanamente, se la reale comunità lo riabbraccerà. Come un carcerato che esce dal carcere, rimarrà a vita “un ex“, questo vale<span style="font-size:+0;"> </span>anche per il portatore di “sintomi di disturbi mentali”. </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Definire? Segnare, per anni , a vita, le persone chiamate dalla società (il mandante<span style="font-size:+0;"> </span>di queste violenze) “matte da legare”. Riappropriamoci del sintomo! Riappropriamoci di noi stessi!</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Diamo spazio a chi di dovere: <span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)">”Continuare ad accettare la psichiatria e la definizione della malattia mentale significa accettare che il mondo disumano in cui viviamo sia l’unico mondo naturale, immodificabile, contro al quale gli uomini sono disarmati. Se è così continuiamo a sedare i sintomi, fare diagnosi, prestare cure e trattamenti, inventare nuove tecniche terapeutiche ma consapevoli che il problema è altrove.”-Franco Basaglia</span>.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Medici, operatori psichiatrici, familiari, vicini disturbati dalle urla, ex compagni di scuola, infermieri, cosiddette“forze dell’ordine”, tutti pronti a bloccare, legare, iniettare...e un altro sacro t.s.o (Trattamento Sanitario Obbligatorio) è stato eseguito con gran professionalità, sempre tutto per il bene del paziente...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Il mito delle “patologie psichiatriche” miete vittime, altro che tutela sanitaria...Vittime di concettualizzazioni psichiatriche,</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">di artefatti culturali, di sindromi alimentate da specialisti, di imitazioni o semplicemente di postulati tipici di una cultura che non permette nessuna riflessione ai genitori, insegnanti, politici, datori di lavoro, ”piani alti” sia nel pubblico che nel privato</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">(dove le cooperative sociali sono sempre più vere aziende...) ai muratori, agli studenti, a ingegneri...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Per i sostenitori della psichiatria biologica, la“pazzia” ha cause organiche, dimenticandosi volutamente che per verbalizzare l’esistenza della malattia mentale si deve dimostrare pubblicamente la presenza dell’anatomia patologica , dei segni patologici.(e non sintomi), tramite strumenti medici che ottengono risultati oggettivi e ripetibili...<span style="font-size:+0;"> </span>Fino a oggi non c’è nessuna variazione, né anatomica né funzionale, tra il cervello di un soggetto definito sano e uno diagnosticato<span style="font-size:+0;"> </span>malato,<span style="font-size:+0;"> </span>patologico.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Mi hanno sempre detto che per capire il presente è necessario fare un salto nel passato, nella storia. Ma per non essere troppo disturbati nel sonno, in psichiatria lo si evita....</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Durante l’800, la tubercolosi, il tifo, il cancro, le fratture, le lesioni erano poste nella classe di patologia-malattia, per il solo elemento comune della presenza di una alterazione fisiochimica nel corpo. Successivamente i criteri di classificazione si sono notevolmente modificati, dall’alterazione fisiochimica si è giunti a considerare due elementi:invalidità e sofferenza della</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">persona interessata (isteria,depressione). Ad oggi il significato patologico di malattia prende sempre più spazio. Divennero</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">malattie le compulsioni, le ossessioni, la psicopatia, l’omosessualità, la schizofrenia (emblema delle patologie psichiatriche) e tantissimi altri comportamenti umani.. Fondamentale ribadire, che se un giorno troveranno alterazioni celebrali (come nel caso dei ritardi mentali) la psichiatria deve farsi da parte e dare spazio alla neurologia.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Con ciò,si spiega perchè il D.S.M.(manuale diagnostico statistico dei<span style="font-size:+0;"> </span>disturbi mentali,ma anche nell’I.C.D classificazione internazionale delle malattie- “le patologie psichiatriche” aumentano) è passato dal classificare in infiniti sottocategorie 112</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">malattie (1952.D.S.M.I) a ben 374 disturbi mentali (1994 D.S.M.IV) con descrizione dei suoi sintomi, tutto pronto per facili diagnosi. Io personalmente nelle patologie indicate nel D.S.M IV ,ancora in vigore, mi ritrovo almeno una decina di volte ma sono in buona compagnia...Mi ripeto:”Psicopatologia” di “delirio classificatorio” per i guru della psichiatria e<span style="font-size:+0;"> </span>psicologia. Trattiamoli con le stesse cure che applicano all’utente del loro servizio, poi ci sapranno dire...se il loro pensiero non sarà troppo instabile e disturbato...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoBodyText2"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:arial;">Un accenno ai sempre più di moda “screening”, “scale di valutazione”, presentati con molteplici termini, che hanno solo saputo creare di “sana pianta” nuovi e precisi disturbi fra cui: “dell’attenzione e iperattività-A.D.H.D”, delle abilità aritmetiche, ”del calcolo“, ”ossessivo provocatorio”, ”antisociale”, ”del comportamento”, ”dell’attaccamento dell’infanzia o della prima fanciullezza”, ”d’identità”, ”autismo“, ”da comportamento dirompente non altrimenti specificato”, e la lista continua senza fine... (poniamo un velo pietoso sulle patologie psichiatriche che “colpiscono” individui in età adulta.) Borderline? A loro è permesso di oltrepassare ogni limite...a loro si.</span><span style="font-size:+0;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Non ci stupiamo di questi dati: utenti versante psichiatrico 20-25% della popolazione, 40% delle famiglie, 10% degli alunni delle scuole materne, elementari e medie. Ancora una volta per il bene della persona, il profitto continua senza sosta...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">73 miliardi di dollari solo per il commercio mondiale dei psicofarmaci, senza considerare i programmi di intervento psicoterapeutico.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Che queste pagine incomplete siano un “imput“, una scintilla, perché si continui a contro-informarsi a riflettere e agire. Alle proposte non psichiatriche, precedentemente trattate, porrei: rafforzare sostanzialmente la ricerca e l’uso a larga scala di prodotti naturali (omeopatici,fitofarmaci...) che fin ad ora, per ovvie ragioni di mercato e per interessi “professionali”, sono stati in ogni maniera screditati, a guadagno dei sempre più usati psicofarmaci.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Che ne dite di rinvangare esperienze, non psichiatriche, messe in atto sia all’interno che all’esterno dell’istituzione psichiatrica, strategicamente e meticolosamente sepolte?!</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Le“Case Soteria”gestite da<span style="font-size:+0;"> </span>Mosher (‘71-83), ”Kingsley Hall”di R.D.Laing, Giorgio Antonucci,(con il suo lavoro fuori dalle istituzioni, e i risultati ottenuti presso il Centro di Igiene Mentale (C.I.M) di Reggio Emilia(‘70-’72), Istituto di<span style="font-size:+0;"> </span>Osservanza e Il Reparto Autogestito, da lui creato e condotto all’interno dell’istituto Lolli di Imola, dove contribuisce a smantellare alcuni reparti di lungodegenza ) e le ancora ben attuali esperienze: ”Casa rifugio” o “del fuggitivo”, di Berlino, ”Casa di</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Hilde” di Messina, dove è impegnato G.Bucalo, il “Telefono Viola” presente in differenti città italiane, associazioni, collettivi</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">antipsichiatrici. Tutte queste sono le sfide più conosciute, che dagli anni ‘70, hanno ottenuto risultati a dir poco compromettenti...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Che si agisca quotidianamente contro questa pseudoscienza psichiatrica, che allarga i suoi tentacoli, non solo in casi di alterazioni organiche, neurologiche oggettivamente riscontrabili (mi ripeto fieramente: legittimo spazio della neurologia) ma in ogni dove, sorvolando minacciosamente la sfera spirituale, umana, sociale, del disagio e della sofferenza, dove nessuna psichiatria dovrebbe nemmeno avvicinarsi...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Sempre pronto a sradicare la pianta psichiatrica e porre, ora, più che prima, forza e tenacia per percorrere cammini infiniti</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"> </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">antipsichiatrici...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Un grosso abbraccio a: T.S.Szasz,Mosher, L.D.Laing, D.Cooper, M.Foucault, A.Artaud, al grande Giorgio Antonucci, G.Bucalo, P.Lehmann, P.Breggin, F.Basaglia, purtroppo defunto prima che potesse notare che la logica e la realtà dell’esclusione e dell’internamento psichiatrico sono tuttora in vigore, anche grazie ai cosiddetti “trattamenti sanitari obbligatori( T.S.O ) introdotti dalla legge 180... A seguire, riporto uno scritto in netta risposta a chi ha interesse di mettere “fuori gioco”...</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">l’antipsichiatria, definendola pura<span style="font-size:+0;"> </span>ideologia. In realtà un<span style="font-size:+0;"> </span>pensiero seguito dall’azione,<span style="font-size:+0;"> </span>nettamente contrastante con<span style="font-size:+0;"> </span>la normalizzazione psichiatrica !.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ><span style="COLOR: rgb(51,255,255)">“La psichiatria è una sorta di confine, una linea invisibile oltre al quale si perde ogni diritto e possibilità di esistenza, il punto di passaggio dal reale all’impossibile. L’antipsichiatria è la ricerca dei modi per passare il confine, perché si possa tornare con il tesoro, il terrore, la meraviglia o la paura che si può trovare al di là di una linea che si deve cancellare. Non più mente sana e mente malata, ma una nuova mente capace di funzionare di qua e di là da questo confine”. Giuseppe Bucalo.</span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(204,0,0)font-family:Arial;font-size:11;" ></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Ora spazio a Franco Basaglia: <span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)">”Io non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. E’ una condizione umana.... In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione d’essere, perché fa diventare razionale l’irrazionale. Quando qualcuno è folle ed entra in manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come scogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita”</span>.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Vi lascio con una parte dello scritto: ”Lettera ai direttori dei manicomi” di<span style="font-size:+0;"> </span>Antonin<span style="font-size:+0;"> </span>Artaud.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)font-family:Arial;font-size:11;" >“Noi affermiamo che gran numero dei vostri ricoverati, perfettamente folli secondo la definizione ufficiale, sono<span style="font-size:+0;"> </span>anch’essi internati<span style="font-size:+0;"> </span>arbitrariamente. Non ammettiamo che si interferisca con il libero sviluppo di un delirio,<span style="font-size:+0;"> </span>altrettanto legittimo,<span style="font-size:+0;"> </span>altrettanto logico che qualsiasi altra successione di idee o di azioni umane. La<span style="font-size:+0;"> </span>repressione delle<span style="font-size:+0;"> </span>reazioni<span style="font-size:+0;"> </span>antisociali è per </span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(51,255,255)">principio tanto chimerica quanto inaccettabile. Tutti gli atti individuali sono antisociali. I pazzi sono le vittime individuali, per eccellenza, della dittatura sociale, in nome di questa individualità, che è proprio dell’uomo, noi reclamiamo la liberazione di questi prigionieri forzati della sensibilità, perché è pur vero che non è nel potere delle leggi di rinchiudere tutti gli uomini che pensano e agiscono. Senza stare ad insistere sul carattere di perfetta genialità delle manifestazione di certi pazzi, nella misura in cui siamo in grado di apprezzarle, affermiamo la assoluta legittimità della loro concezione della realtà e di tutte le azioni che da esse derivano. Possiate ricordarvene domattina, all’ora in cui visitate, quando tenterete, senza conoscere il lessico, di discorrere con questi uomini sui quali, dovete riconoscerlo, non avete altro vantaggio che quello della forza”</span><span style="font-size:+0;">. </span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">La logica del manicomio, è rimasta tale...<span style="font-size:+0;"> </span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;">Speranzoso che la<span style="font-size:+0;"> </span>riflessione sia seguita da una “messa in gioco”, del proprio stipendio, professione, mandato sociale... ruolo...vita.</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">L’utopia<span style="font-size:+0;"> </span>il netto<span style="font-size:+0;"> </span>contrario della rassegnazione! Buon viaggio, anche se penso e noto realmente, che la psichiatria è un viaggio senza ritorno...<b style="COLOR: rgb(255,0,0)">DEVIANZA AL “POTERE”!</b></span></p><p class="MsoNormal"><br /><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span><b style="COLOR: rgb(255,0,0)"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></b></p><p class="MsoNormal"><b style="COLOR: rgb(255,0,0)"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"></span></b><span style="font-family:Arial;font-size:11;">a tutti i Sopravvissuti, agli Utenti psichiatrici<span style="font-size:+0;"> </span><span style="font-size:+0;"></span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p><br />in particolar modo a coloro che erano e sono<span style="font-size:+0;"> </span></span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p><br />al mio fianco...grazie...la lotta continua.....</span><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><!--[if !supportEmptyParas]--> <a href="http://www.antipsichiatria.blogspot.com/">http://www.antipsichiatria.blogspot.com/</a><span style="font-size:+0;"> </span><a href="mailto:col.antipsichiatriabg@yahoo.it"></a><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><!--[if !supportEmptyParas]--> <!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;">-aprile 2007-<span style="font-size:+0;"> </span><b style="FONT-WEIGHT: bold; COLOR: rgb(255,0,0)"><span style="font-size:+0;"> </span>-membro del Collettivo Antipsichiatrico-Bergamo</b></span></p><p class="MsoNormal"></p><br /><p class="MsoNormal"><span style="font-family:Arial;font-size:11;"><!--[if !supportEmptyParas]--> <o:p></o:p></span></p>antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-65521803846264358362007-06-11T09:48:00.000-07:002007-06-11T12:21:25.223-07:00GLI PSICOFARMACI...<div align="center"><span style="font-family:arial;"></span> </div><br /><div align="justify">E' ormai accertato, ed affermato anche dalla psichiatria ufficiale, che l' uso di psicofarmaci induce nei pazienti una malattia detta DISCINESIA TARDIVA che comporta una notevole perdita di controllo sulle funzioni motorie del corpo. Ma ci sono voluti venti anni per la psichiatria (dal '53 al '73) per dare un riconoscimento formale ai sintomi della discinesia anche se la maggior parte degli studi ora indica che un quarto, metà o più dei pazienti trattati con farmaci soffre di questa malattia. Non c' è da meravigliarsi quindi se questa peudo-scienza che si mantiene ormai coi soldi delle industrie farmaceutiche, ci metterà anche di più per riconoscere il danno che viene fatto alle facoltà mentali dei suoi pazienti. E' molto più facile lasciarsi sfuggire l' esistenza dei "sintomi mentali" in individui per altro già considerati (arbitrariamente) folli, ed è molto più doloroso confrontarsi con la realtà... Si stanno DISTRUGGIENDO NON SOLO LE FUNZIONI FISICHE, MA ANCHE QUELLE MENTALI DI MILIONI DI UMANI.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Eppure alcune semplici considerazioni che si basano sui fondamenti della neurofisiologia, dimostrano che è inevitabile che i farmacaci producano danni ai centri principali della vita mentale.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Innanzi tutto la discinesia tardiva è prodotta da un' alterazione delle funzioni della dopamina, una sostanza che è alla base della trasmissione dei messaggi fra cellule cerebrali; siccome essa ha una funzione essenziale non solo nella regione striata del cervello dove è noto che si sviluppano i sintomi della discinesia tardiva, ma anche nelle zone dove risiedono le più importanti attività celebrali, non vi è nessuna ragione per credere che i danni causati dai farmaci vengono limitati alle sole attività motorie. Inoltre la regione in cui si sviluppa la discinesia non si limita alle funzioni di controllo motorio ma è anche legata agli ingressi sensoriali; il suo danneggiamento porta a un appiattimento emozionale e ad una indifferenza ed apatia simili a quelle cusate dalla LOBOTOMIA (devastante tecnica di "cura" consistente nell' asportazione di una parte del cervello ).</div><div align="justify"></div><div align="justify">E' anche ben noto in neurofisiologia che tutte le neurotossine (agenti dannosi per le cellule nervose producano danni cronici e irreversibili dopo prolungate esposizioni, tanto quanto tende fare l' alcool. I tranquillanti danneggiano in maniera complessiva le cellule cerebrali in un modo così ovvio da guadagnarsi il nome di "NEUROLETTICI", che è sostanzialmente equivalente a neurotossine. Se i tranquillanti non producano danni permanenti ai principali centri cerebrali allora essi sono le prime neurotossine ad avere evitato questo tragico effetto.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Infine ci sono dati probanti pure nelle pubblicazioni della psichiatria ufficiale; in esse si scopre che un' alta percentuale di pazienti soffrenti di discinesia soffrono pure di serie deterioramenti celebrali. Tali dati sono stati dovuti tirare fuori dalle note a fondo pagina, perchè tutti i ricercatori del campo, hanno cercato di mettere da parte il problema o hanno deciso, senza nessuna base razionale, che tali danni dovevano essere avvenuti indipendentemente o prima della discinesia tardiva.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Un certo Ivnik, in una sua pubblicazione del 1979, ammette che molti pazienti sofferenti di discinesia tardiva alla clinica Mayo, presentano sintomi di demenza, ma poi razionalizza che la demenza non è permanente, perchè è stato trovato un caso in cui sintoni si attenuavono perzialmente con la sospensione della somministrazione dei farmaci. Ma questo parziale miglioramento è da aspettarsi nella demenza quando la tossina nociva viene rimossa; e ad ogni modo il paziente è stato ugualmente danneggiato in maniera permanenete nelle sue funzioni cerebrali.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Studi più recenti hanno indicato che una larga percentuale di pazienti trattata con tranquillanti sviluppano psicosi indotte dai farmaci che sono più forti dei problemi per i quali si erano sottoposti alle cure farmacologiche (Chouinard e Jones 1998 ). Gli autori di questi studi credono che i nuovi sintomi psicotici sono dovuti a irreversibili danni cerebrali dovuti ai farmaci ed hanno etichettato questa malattia come psicosi tardiva, per sottolineare il suo parallelismo con la discinesia tardiva. Consistentemente con questi studi clinici, una rivista specialistica, scopre che la maggior parte dei sofferenti di discinesia tardiva non si lamentano dei loro sintomi e rifiutano addirittura di ammettere l' esistenza pure se posti di fronte all' evidenza. Il rinneggamento di sintomi ovvi è un inizio rivelatore di serio, cronico danno ai principali centri celebrali. Questo è un sintomo che si trova ad esempio in serie di malattie cerebrali causte dall' alcolismo o dalla sifilide.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Uno studio coordinato a livello nazionale condotto in America usando sofisticati test psicologici ha trovato che c' è una relazione fra l' assunzione totale di psicofarmaci e il deterioramento mentale dovuto a un permanente danno celebrale (Grant ed altri 1979). I pazienti in questo studio non erano stati internati ed avevano storie relativamente brevi di trattamento farmacologico. Una versione non pubblicata dei risultati di questi studi è stata presentata nello stesso anno all' interno di un congresso scientifico. Nelle ultime ultima righe di questo documento si ammonisce che è "chiaro che i farmaci antipsicotici devono essere analizzati per la possibilità che la loro estesa assunzione possa causare disfunzioni cerebrali generali". Nella versione pubblicata questa conclusione è tagliata fuori e nella versione pubblicata dall' Associazione Psichiatrica Americana è inserita una fuorviante e scorretta conclusione che il danno celebrale è correlato alla schizofrenia. Non di meno le analesi statistiche che si trovano in tale resoconto mostrano che la quantità di farmaci ingeriti è il fattore chiave.</div><div align="justify"></div><div align="justify">Per concludere le nuove sofisticate tecniche radiologiche hanno ripetutamente mostrato che i pazienti trattati con farmaci, spesso soffrano di ATROFIA (restringimento) del cervello, anche questa volta i ricercatori hanno cercato di attribuire tali danni alla schizofrenia. Ma se la schizofrenia (ammesso che esista...) potesse causare atrofia del cervello, lo si sarebbe notato nelle decine di migliaia di autopsie eseguite negli anni precedenti all' introduzione degli psicofarmaci. Per decenni le più sosfisticate e minuziose analesi non sono riuscite a documentare nessuna atrofia in questi pazienti; la sua apparizione sui molti meno sensibili test radiologici può essere attribuita solo all' avvento dei psicofarmaci.</div><div align="justify"></div><div align="justify"> </div><div align="justify">Tratto da "PERMANENT MENTAL DETERIORATION FROM MAJOR TRANQUILIZER THERAPY" di Peter Breggin </div><div align="justify"> </div><div align="justify">Testo scelto e composto dal -Comitato di base contro la psichiatria- di Messina</div>antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5286436491389610439.post-22662725946037209712007-05-17T11:58:00.000-07:002007-05-17T12:38:04.814-07:00STREGHE e MALATI MENTALI...I muri dei vecchi manicomi sono stati abbattuti,ma l'odierna psichiatria democratica, progressista, alternativa, sociale...non ha mai avuto il coraggio di osservare lo sguardo, in epoche passate, di una strega, di un eretico, ora, di un deviante, un antisociale, di un sofferente, di un disagiato, di un "malato mentale"...<br />La psichiatria ha sempre socializzato, tollerato, ascoltato, avvicinato "l'altro", senza però mai dimenticarsi di allontanarlo dalla nostra ragione, verità, logica, senso percezione...NORMALITA'.<br /><br />Differenziare, definire, incasellare, etichettare, diagnosticare...controllare, perchè nessuna mente "allucinata", "delirante", "psicotica", possa mettere in discussione l'ORDINE PRESTABILITO.<br />Per la tranquillità familiare, per la pace sociale, per il bene della comunità, che nessuno si ascolti, si confronti, si ribelli, sia partecipe, sia deviante, in ogni tempo e spazio.Prima si chiamava elettroshock, ora terapia elettroconvulsiva, basta lobotomia, si a psicofarmaci a vita, (con o senza il tuo consenso) no camicie di forza, solo letti di contenzione, (anche per giorni e mesi) mai più ergoterapia, (lavoro forzato nei manicomi) spazio alle "borse lavoro", ai "lavori protetti", in ambienti plastificati, prestabiliti, surreali, ma autentico sfruttamento e dipendenza dai servizi psichiatrici.<br />Una vergogna che siano stati rinchiusi a chiave nei manicomi,che si risocializzi nelle piazze, strade, scuole, case,"Comunità terapeutiche","Centri Diurni","Cooperative di Lavoro", reparti ospedalieri di "neuropsichiatria infantile" di "diagnosi e cura","Ospedali Psichiatrici Giudiziari".<br /><br />La violenza, l'inganno, il terrore, il ricatto, la paura...CURE e TERAPIE PSICHIATRICHE.<br />A qualcuno, importa (e conviene) colorare le stanze di un altro colore, a noi di LOTTARE<br />quotidianamente perchè le pareti scompaiono...una volta per sempre.<br />Ben lontani dal rogo della "santa inquisizione" e da ogni TRIBUNALE PSICHIATRICO!<br /><br /> NO ALLA NORMALIZZAZIONE PSICHIATRICA!<br /> SI ALLA VITA!<br /><br /> PSICHIATRIA : PSEUDOSCIENZA e CONTROLLO SOCIALE<br /> <br /> ....per la creazione di un collettivo antipsichiatrico....<br /> <br /> ................... GIOVEDì 24 MAGGIO ore 21..................... <br /> presso il c.s.a Pacì Paciana<br /> via Grumello 61 BERGAMO <br /> Streghe e Stregoni...antipsichiatriahttp://www.blogger.com/profile/15533992781108018193noreply@blogger.com1